Di entrambi gli occhi lo sguardo
Nove variazioni sul vedere
von Anita Pichler, herausgegeben von Sabine Gruber und Renate Mumelter, aus dem Deutschen übersetzt von Donatella TrevisanUn unico, irripetibile momento. Un frammento di mondo introiettato, una visione che si fa evento. In ogni singolo sguardo
c’è insomma una storia da raccontare.
In questo sorprendente collage di impressioni e meditazioni, Anita Pichler sovverte le tecniche narrative tradizionali plasmando una lingua capace di pronunciare fenomeni percettivi e processi visivi, di raccontare linee e colori, forme naturali e paesaggi. La sua è una prosa meticolosa e poetica al contempo, dove il fluire delle parole segue un proprio ritmo segreto, quasi ipnotico, dando corpo e sonorità a immagini suggestive e scorci assolutamente originali.
A metà tra racconti e tableaux, i nove testi che compongono il volume, insieme alle riproduzioni pittoriche che li suggellano,
sono un invito ad addentrarsi nella dissonante molteplicità del visibile, nella contraddittorietà dei sentimenti umani, nello spaventoso e af fascinante mistero che è l’esistenza. Esprimono al massimo grado la qualità ineffabile di una scrittura che – sottolinea Helena Janeczek nella Postfazione – “diventa un modo per misurarsi, uscire e rientrare nel mondo circostante”, oltrepassando i confini geografici, linguistici e temporali in cui si è originata. E creando armonia nello sguardo di “entrambi
gli occhi”, vale a dire tra l’Io e l’Altro, il dentro e il fuori, la vita e la morte.
c’è insomma una storia da raccontare.
In questo sorprendente collage di impressioni e meditazioni, Anita Pichler sovverte le tecniche narrative tradizionali plasmando una lingua capace di pronunciare fenomeni percettivi e processi visivi, di raccontare linee e colori, forme naturali e paesaggi. La sua è una prosa meticolosa e poetica al contempo, dove il fluire delle parole segue un proprio ritmo segreto, quasi ipnotico, dando corpo e sonorità a immagini suggestive e scorci assolutamente originali.
A metà tra racconti e tableaux, i nove testi che compongono il volume, insieme alle riproduzioni pittoriche che li suggellano,
sono un invito ad addentrarsi nella dissonante molteplicità del visibile, nella contraddittorietà dei sentimenti umani, nello spaventoso e af fascinante mistero che è l’esistenza. Esprimono al massimo grado la qualità ineffabile di una scrittura che – sottolinea Helena Janeczek nella Postfazione – “diventa un modo per misurarsi, uscire e rientrare nel mondo circostante”, oltrepassando i confini geografici, linguistici e temporali in cui si è originata. E creando armonia nello sguardo di “entrambi
gli occhi”, vale a dire tra l’Io e l’Altro, il dentro e il fuori, la vita e la morte.